Psicoanalisi, palazzi e profumi
Nel 2020 ricorre il 120⁰ anniversario dell’”Interpretazione dei sogni”. A partire dal 23 marzo andrà in onda su Netflix la prima stagione di “Freud” ambientata a Vienna nella seconda metà dell’”Ottocento, che promette suspence sulle orme di Sigmund Freud nelle vesti di investigatore.
Vista con gli occhi di un viaggiatore dell’epoca, come si presentava la Capitale dell’Impero austro-ungarico negli anni 80 del 19⁰ secolo? Una metropoli popolosa, fra le cinque più grandi al mondo, di quasi 1,4 millioni di abitanti. Una città per molti aspetti nuova, da quando le mura medioevali che ancora avevano circondato il centro storico dovettero fare spazio al grande vialone chiamato Ringstrasse. Una città di cantieri e di polvere, di palazzi di rappresentanza nuovi di zecca di grandi musei, stazioni e teatri. Qui Freud avrebbe potuto incontrare Gustav Klimt, che in quei anni lavorò agli affreschi del Burgtheater prima e quelli del Kunsthistorisches Museum poi; un Klimt ancora agli inizi, prima di diventare il grande maestro della Secessione. Nel 1885 Freud avrebbe potuto assistere al primo incontro dell’Imperatore Francesco Giuseppe con l’attrice Katharina Schratt che sarebbe diventata la sua amica intima, con il benestare della consorte Sisi, più incline ai viaggi che alla vita di corte scandita da regole. Regole a cui sfuggire nei salotti dell’Hotel Sacher, inaugurato nel 1876 e divenuto rapidamente luogo d’incontro, frequentato da nobili, banchieri e ballerine. E poi c’erano i salotti, dove si discuteva di arte e affari, amori e segreti. E a partire dal 1891, la casa in Berggasse, abitazione, studio e ora museo.
Un’epoca e atmosfere da cui il laboratorio di profumi viennese Wiener Blut ha preso spunto per creare le fragranze “Freudian Wood” e “Unheimlich”, direttamente ispirate al fondatore della psicanalisi.
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